Il Parco Nazionale del Vesuvio, meraviglia della scienza
Nel 1991 si decise di istituire il Parco nazionale del Vesuvio. Decisione che si concretizzò quattro anni più tardi non solo a tutela della flora e della fauna del luogo ma anche per preservare un ambiente geologico, unico al mondo, che caratterizza i fianchi del vulcano e del vicino monte Somma.
Una decisione che ha anche l’obiettivo di salvare la zona dall’abuso edilizio che per anni ha caratterizzato quella parte di Campania a che ha portato all’insediamento di circa 700 mila persone in un territorio ad alto rischio eruzione.
Interessante dal punto di vista panoramico è la cosiddetta salita del cratere percorribile in auto fino a circa 1000 metri e che prosegue poi con un sentiero che prevede venti minuti di camminata.
Nell’area protetta, che si estende per oltre 8.000 ettari, sono state catalogate più di 230 varietà di minerali. Si possono inoltre ricostruire le varie epoche eruttive in base ai successivi depositi di materiale lavico. Di notevole importanza scientifica anche lo studio delle specie vegetali che sono riuscite a crescere sui depositi vulcanici, come un lichene grigio identificato come il primo organismo in grado di attecchire e resistere sulla lava fredda.