Ercolano distrutta dall’eruzione
Il terremoto del 62 d.C. danneggiò gravemente anche Ercolano, che dista circa dieci chilometri da Napoli. La città venne distrutta definitivamente dall’eruzione del 79 che la seppellì sotto un’enorme quantità di fango e cenere che, accompagnata dall’acqua piovana, penetrò ovunque solidificandosi.
Ercolano fu distrutta dal depositarsi di nubi eruttive e di colate piroclastiche che superarono i 300 gradi di temperatura e che consentirono la conservazione di manufatti e papiri dell’epoca.
A differenza di Pompei, Ercolano, dopo l’eruzione, non scomparve. Nella stessa zona venne costruita una città nuova, Resina, che perse, però, l’importanza di quella originaria. Ercolano antica venne riscoperta nel 1700. Durante i lavori per la costruzione di un pozzo, infatti, vennero alla luce alcuni reperti d’epoca romana. Iniziarono gli scavi resi difficoltosi dalla città nuova sorta sulla vecchia.
Il nome Resina rimase in piedi fino alla seconda metà degli anni ’60 quando venne sostituito con quello vecchio “Ercolano”. Come avvenuto per Pompei, anche l’area archeologica di Ercolano dal 1997 è entrata a far parte dei Patrimoni dell’Umanità del’Unesco.